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PROFILI

Il Collettivo CDC - Collettivo Delirio Creativo è un gruppo di lavoro eterogeneo dove regna la contaminazione creativa tra Teatro, Arte e Scienza. I fondatori sono professionisti del mondo del teatro, della scienza, della psicoanalisi e della comunicazione, uniti da un percorso di ricerca artistica e creativa.

Arte e Creatività, nelle declinazioni più varie, nelle molteplici contaminazioni.
Come opportunità poetica e possibile di divulgazione umana e scientifica. Come mezzi per favorire le relazioni umane e lo scambio culturale. Come strumenti per la valorizzazione dei luoghi, del territorio, della memoria.

Fabiana Baldinelli

Mi tolgo la giacca, l’appendo; sbuco fuori dall’abito, resto in mutande. E’ questo che lui, il teatro, offre: la possibilità di essere ogni volta qualcuno diverso. Con la sua voce, i suoi pensieri.

Il viso si plasma, il corpo prende un altro passo. La varietà della vita si offre lasciva nello spazio sospeso di un palcoscenico.

Guardo l'abito a terra, afflosciato e vitale. Ritrovo me nuda, me di nuovo.

 

 

 

 

 

Alessia Raccichini

Aula magna d’università, diversi anni or sono. Osservo l’immensità bianca dello schermo alle spalle del professore. La sua voce monotona, un tappeto sonoro. “Come vorrei”, penso. “Come vorrei che quello schermo si crepasse, per far uscire da dietro qualcosa che… mi spaventi. Come vorrei ora, qui, uno stupore”. Questo è un delirio. Si, ma è carino. È un delirio molto creativo. Trovo una rima. Collettivo. Nasce un progetto.

 

 

 


 

Maria Elia

Teatro di fotografia sono Ulisse e Andromeda e Ansel Adams che piroetta sul palco alla ricerca dei chiaroscuri dell'anima mentre Itaca, in lontananza, agita la mano per inghiottire nel tempo dell'oblio.
" Delirio è scena! Delirio è segno! Delirio è sogno! Entrate gente...entrate...!

     

Oscar Genovese

Cercando l'idea, delineo contorni che lentamente sfumano.  È sempre così, da quasi vent'anni. Mi creo certezze, "punti di riferimento", poi da un giorno all'altro, i contorni sfumano.  È lì che tutto diventa più chiaro. In quel momento capisco che l'idea del teatro nasce proprio quando essa svanisce. Allora si riparte da zero. Dal nulla. Con l'unica certezza di dover imparare ancora molto. Fino al punto in cui non servirò più, né al teatro, né alla vita.  Rimarrà solamente ciò che avrò saputo "non definire". La mia essenza scenica.

 

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